LE OSSA GIUSTE, PER UNA VOLTA

Dopo i precedenti padovani di falsi ritrovamenti, identificazioni sbagliate, enormi festeggiamenti per nulla, finalmente un'eccezione, finalmente la scienza è dalla nostra parte, finalmente abbiamo un motivo per stappare una bottiglia. Rullo di tamburi: uno dei quattro evangelisti, san Luca, mica un santarello qualunque, è sepolto proprio qui, nella basilica di Santa Giustina che già che ci sono ve lo ricordo è la nona al mondo per dimensioni. Anche lui venuto per un Erasmus e mai più ripartito? Chi può dirlo.

Si deduce dalle fonti che Luca sia morto intorno agli ottant'anni ben lontano da Padova, ovvero in Bitinia, un'antica regione situata tra la costa meridionale del Mar Nero e il Mar di Marmara.

Poi, nel 357, l'imperatore Costanzo 'portò i corpi di san Luca e sant'Andrea a Costantinopoli, nuova capitale dell'impero. Ci sono varie ipotesi sul perché e per mano di chi le spoglie del santo siano state spostate in terra padovana. C'è chi dice che la traslazione del corpo avvenne all'epoca di Giuliano l'Apostata (331-363): l'imperatore, infatti, voleva distruggere le reliquie dei santi per restaurare il paganesimo.

Un'altra ipotesi parla del trasferimento del corpo a opera del sacerdote Urio, custode dell'Apostoleion dove erano state collocate le reliquie in terra turca, per salvarle dalla furia degli iconoclasti -dunque in un periodo ipotizzabile tra il 740 e il 771. Sembra che la scelta ricadde poi su Padova grazie al fatto che durante le crociate i rapporti fra la nostra città e l'Oriente divennero buoni. A ogni modo, il corpo fu trovato all'interno di una cassa di piombo nel ] 177.

Ma la domanda è: come l'avranno riconosciuto? Dalla carta d'identità? Temo di no. Innanzitutto i sospetti si destarono grazie a una doppia croce impressa all'esterno della cassa e per la presenza, all'interno, di un'iscrizione che riportava il nome del santo. Poi, il signore nel sarcofago aveva all'incirca ottant'anni, proprio come san Luca quando morì. Anche la datazione al radiocarbonio ha dato l'esito sperato, ovvero che questo rinsecchito sconosciuto aspirante santo morì nello stesso periodo dell'evangelista. Inoltre, il DNA sembrerebbe proprio quello di un siriano. Ma-il fatto più curioso è di certo che a determinare la data in cui le spoglie sarebbero arrivate a Padova fu iI ritrovamento di centinaia di piccole costole all' interno del sarcofago.

Da un'analisi si scoprì che queste appartenevano a una trentina di bisce nostrane, non presenti in Oriente, che entrarono nella bara intorno al 400 d.C. e morirono soffocate in seguito a un'alluvione che interessò il cimitero romano paleocristiano di Santa Giustina. Memori degli altri scivoloni storici, i padovani non erano ancora convinti e, temendo l' ennesima figuraccia, non avevano portato in alto i calici. Così si cercò un'altra prova dell'autenticità della salma e la conferma decisiva fu quella del cranio. C'è una cosa effettivamente che non vi ho ancora detto sul suo conto: san Luca ha perso la testa, nel vero senso della parola. Della serie, segni particolari: nessuno. La testa fu donata nel 1354 ali 'imperatore Carlo IV di Lussemburgo, re di Boemia, che l'aveva richiesta per valorizzare come apostolica la cattedrale di San Vito di Praga. Strani sistemi ecclesiastici di marketing. A ogni modo, sarete felici di sapere che il cranio combacia con il resto del corpo. Adesso non abbiamo più scuse per non festeggiare!

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tratto da "Misteri e storie insolite di Padova" -Newton Comption editori